Edi Touch, il tablet per i ragazzi che soffrono di dislessia

Edi Touch, il tablet per bambini che soffrono di dislessia, o più propriamente detta DSA (disturbi specifici di apprendimento).
Si tratta del primo tablet appositamente studiato per un apprendimento facilitato a scuola.

Come funziona? Per prima cosa attraverso il parental control, l’adulto può scegliere le applicazioni più adatte per il bambino durante lo studio. Poi ha una serie di programmi facilitati che aiutano il bambino nell’apprendimento scolastico.

L’ideatore è Marco Iannacone, padre di due bambini dislessici che, insoddisfatto delle soluzioni presenti sul mercato, ha ideato un particolare tablet che si è dimostrato così efficace da essere prodotto su larga scala.
Oggi lo utilizzano non solo i genitori ma anche molte scuole.

La fine della penna nel 2016

Secondo quanto dichiarato in Finlandia, la fine dell’utilizzo della penna nel loro paese, avverrà entro il 2016. L’uso dei tablet, p.c. ecc, rimpiazzerà completamente la carta e la penna.
Eppure, le statistiche dicono che scrivere a mano fa bene, aiuta a pensare, ad aumentare la fantasia e l’ingegno.
Bisogna che continuino a coesistere entrambe le cose.
A pensarci bene però, a parte i postit colorati attaccati al frigo, al computer o alla scrivania, per il resto scriviamo tutto attraverso mail, wazapp, sms e non solo, prima ci si incontrava per un caffè, poi si e passati alle chiacchiere al telefono e oggi, sempre di più comunichiamo con i messaggi di testo.
Le stesse case editrici rifiutano, pur continuando a chiamarlo così, il manoscritto vero e proprio, richiedendo il formato word e spesso direttamente per mail (io compresa), questo perché con i tablet possiamo leggere senza stampare, senza sprecare carta tanto preziosa, insomma ci son delle buone ragioni, però la penna deve rimanere questo è certo, ma a far cosa?
ho provato a far una lista di cose che faccio con la penna:
correggo i compiti dei miei figli
lista della spesa (non sempre a volte la scrivo sul note del telefono)
promemoria attaccati alla scrivania, li continuo a preferire al promemoria di apple.
cartoline (non più di tanto)
lettere raccomandate, spesso le scrivo a mano per far prima.
Altro non mi viene in mente e a voi?
scrivetemi la vostra opinione.

DRM cos’è ?

IL DRM cioè Digital Rights Management è, in pratica, la gestione per la tutela dei diritti d’autore e gli altri diritti.
Viene utilizzato sui Cd, DVD, libri ecc…
Sicuramente è giusto, come è sempre stato, proteggere i diritti d’autore, questo non lo si discute nemmeno.
Il problema è il mezzo utilizzato, che risulta invasivo per l’utente finale.
Un tempo in casa propria, si poteva registrare cassette di musica vedere i film affittati ecc, ora tutto è più complicato, un esempio Apple tv: affitti sulla tua televisione un film, poi però non lo puoi vedere anche sul tuo p.c. o sulla televisione in un’altra stanza, o meglio puoi ma a determinate condizioni.

I diritti d’autore sono una cosa fondamentale, ma anche i diritti di libertà di utilizzo. Come fare? Ci sono dei modi per togliere il DRM? si e girano su internet, ma sono illegali.

Come ho letto su internet
Richard M. Stallman, informatico di fama mondiale, ha voluto sottolineare l’invasività di molte tecnologie DRM reinterpretando l’acronimo come “Digital Restrictions Management” (letteralmente “gestione delle restrizioni digitali”). La tecnologia DRM difatto limita pesantemente la libertà dell’utente finale. Per questa ragione la Free Software Foundation, fondata da Stallman, promuove Defective by Design, un’iniziativa anti-DRM.
Poiché attraverso la tecnologia dei DRM è possibile controllare la distribuzione di ogni contenuto digitale, potenzialmente può essere implementato un sistema di censura su vasta scala. Per esempio, nel 2009 Amazon rimosse dai suoi ebook due libri di George Orwell, 1984 e La fattoria degli animali, rendendoli inaccessibili anche a coloro che li avevano acquistati. Tale episodio, sebbene giustificato dal fatto che era stato violato il diritto di autore, mostra pienamente le potenzialità negative di questa tecnologia.E’ vero pure che questa storia ha fatto il giro del mondo, ma è successa una volta e a chi è stata rimosso (questo nessuno lo dice) il libro, Amazon ha rimborsato i soldi.
Universal e Virgin sono le due uniche major che vendono brani anche in formato MP3, privo di DRM, anche se ultimamente altre major stanno pensando ad eliminare il DRM dai loro brani.
(wikipedia)
Sicuramente troveranno un modo meno invasivo per la tutela dei diritti d’autore, è vero però, che oggi ci limita molto. Se avete qualche notizia o novità sull’argomento scrivetemi.

Posso prestare il mio e-book?

Purtroppo non è cosi facile.
Questo è uno dei grossi limiti degli e-book. Un libro in cartaceo puoi prestarlo, leggerlo ovunque, farne quello che vuoi, persino fotocopiarlo.
Per l’e-book non sempre è possibile! e anche nello stesso ambito familiare, se non si ha un unico account, non si è liberi di leggere il libro posizionato nella libreria virtuale di casa…
Io sono un editore e sono pronta a sostenere la causa: un libro digitale è come quello cartaceo, deve diventare di proprietà dell’acquirente a tutti gli effetti e, una volta acquistato, può esser prestato a chi e come si vuole. Solitamente nei miei e-book non uso Adobe DRM, quindi, possono essere letti liberamente. Certo, il discorso è molto complesso, in quanto i libri digitali si prestano molto di più, se non soggetti a restrizioni, a esser copiati, ma condividere il proprio libro è un diritto del lettore e gli editori devono prenderne atto e in accordo con le piattaforme di vendita trovare una soluzione.

Buone notizie, nasce il bastone parlante per i non vedenti

Nasce il bastone che parla ai ciechi! L’idea é di Matteo Marino e Paolo Vacca. Grazie ad un microchip, fotocellule e baffi sensibili, il bastone per ipovedenti Safe Walk, avvisa la presenza degli ostacoli comunicando con la voce: “Ostacolo alla tua destra”, “Restringimento”, “Salita”, “Forte discesa”…
La trovo una bellissima idea, ancora meglio sarebbe se potessero inserire un auricolare wifi, in modo da non destare curiosità in mezzo alla gente che, come spesso accade, quando vede qualcosa di diverso, guarda con insistenza. Nessun rumore esterno, nessuna voce che parla forte, che rompe il silenzio del traffico, per me sarebbe perfetto, la discrezione aiuta a sentirsi uguali agli altri. Ma già così è un idea grandiosa.

pochi lettori

In Italia è vero si legge poco, triste verità! Ricevo molte più richieste di pubblicazioni che di vendite. La cosa più buffa che ho constatato è che quando un conoscente scopre che ho una casa editrice, è raro che mi chieda cosa pubblico, bensì mi propone il suo libro da pubblicare. Grazie al cielo non è sempre così…e tra tanti manoscritti che ricevo, trovo sempre il libro che mi colpisce e che pubblico con entusiasmo, perché so che ne vale la pena. Certo, se le grandi catene libraie ci aiutassero un po’ di più sulla promozione, non guasterebbe. Amazon aiuta, ma son sicura che potrebbe fare di più, è anche vero che tra i tanti piccoli editori e tra i tanti autori esordienti, molti libri, son scritti veramente male, come fa Amazon a selezionare quelli che potrebbero funzionare, da quelli che son stati scritti e pubblicati solo per il gusto di dire -ho scritto un libro?- La risposta ancora non ce l’ho, certo è che con gli e-book finalmente si è aperto un mondo anche per chi non è conosciuto….basta cercare

Molti libri per pochi lettori

La lettura di libri gioca un ruolo importante nel processo di crescita individuale, fin dalle più giovani fasce di età. Più gli individui leggono, più riescono a mantenere aggiornate, efficienti e flessibili le loro conoscenze, ossia il loro capitale umano, e più riescono a interagire con le altre persone, accrescendo il loro capitale sociale. In termini di offerta nel 2011, in Italia, sono stati pubblicati poco più di 59 mila libri, per una tiratura totale di quasi 221 milioni di copie (meno 5,9 per cento). Complessivamente sono state stampate all’incirca 4 copie di opere librarie per abitante e, in particolare, poco più di 6 copie di libri per ragazzi (tra i 6 e i 14 anni)…Si evidenzia sempre una offerta libraria in Italia rilevante, soprattutto se si tiene conto della scarsa propensione degli italiani alla lettura: solo il 43,0 per cento della popolazione dichiara di aver letto almeno un libro nel tempo libero nell’arco di dodici mesi. Tra i lettori di libri, inoltre, una quota consistente dichiara di aver letto al massimo tre libri nell’ultimo anno.
Per quanto riguarda la frequenza di lettura nel 2013 la quota di lettori, sia sporadici sia abituali, è sostanzialmente stabile.
Fonte http://www.istat.it/it/cultura-comunicazione-e- tempo libero

Comprare un e-reader ci obbliga all’acquisto di un formato specifico, è giusto?

Comprare kindle ci obbliga ad acquistare un libro con la versione mobi, gli altri dispositivi il formato e-pub e ora, nuovi dispositivi sono in arrivo con i loro formati.

Non solo  è un inconveniente per noi editori, (sarebbe un po’ come dover pubblicare 3 formati diversi di un libro cartaceo, anche se molto meno dispendioso), ma è un disagio sopratutto per il lettore.

Chi per la prima volta, vuol provare a leggere un e-book, farà sicuramente fatica a capire quale formato scegliere, quale programma scaricare, come leggerlo ecc, a meno che certo, non si affidi ad un solo operatore, per esempio compra un Kindle e acquista i suoi libri su Amazon, così è sicuro di non sbagliare, ma se volesse leggere su ipad dovrebbe scaricare la versione e-pub e non mobi, insomma un vero pasticcio per un debuttante.
Il problema è ancora più complicato e dispendioso, per chi da tempo, legge gli e-book e si è creato una bellissima libreria, ordinata per autore, genere ecc, se ad un certo punto decidesse di cambiar dispositivo di lettura, per esempio da un sony passare a kindle. La sua libreria non varrebbe più niente

Leggo per esempio, su un forum che una persona è arrabbiata perché  ha ricevuto in regalo un Kindle Paperwhite e non può leggere tutti i libri che ha precedentemente e  LEGALMENTE comprato in formato ePub,
Le opzioni sono:
1) rifare l’acquisto ma in formato Kindle
2) tenere sia il Kindle, che il suo vecchio dispositivo
3) cercare sulla rete software, che renderebbero illegale il suo  acquisto regolare…

Questo è, secondo me, il vero problema che va risolto. Sicuramente, l’obbligo ad un formato è solo una strategia commerciale dei vari colossi che, troppo spesso, ci obbligano a delle scelte forzate. Dovrebbero invece, inventare un dispositivo che possa leggere ogni formato per lasciare la libertà di cambiar e-reader quando vogliamo in piena libertà costruendoci una libreria virtuale tanto ricca che quella del nostro salone.